top of page

Coordinate

 

La tradizione nel cui ambito l’ICLeS si inscrive e il cui insegnamento raccoglie elabora e dispensa, è quella della psicoanalisi freudiana nella lettura datane da Jacques Lacan, che così ha formulato il compito della sua Scuola:

 

“deve compiersi un lavoro che, nel campo che Freud ha aperto, restauri il vomere tagliente della sua verità, riconduca la prassi originale che egli ha istituito col nome di psicoanalisi al compito che le tocca nel nostro mondo, che con una critica assidua vi denunci le deviazioni e i compromessi che ne smorzano il progresso degradandone l’uso”.

Collocandosi sullo sfondo etico, scientifico e istituzionale della Scuola di Lacan, l’ICLeS intende mettere in grado coloro che si formano nella clinica psicoanalitica orientata dall’insegnamento lacaniano, di ottenere l’abilitazione all’esercizio dell’attività psicoterapeutica, secondo i requisiti di legge.

La psicoanalisi, come dottrina e come campo di esperienza, permette al soggetto che vi si è impegnato, attraverso un particolare modo di legame con quel partner che è l’analista, di operare sulla radice inconscia delle sue formazioni sintomatiche, dei suoi modi sintomatici di legame con la realtà. Il trattamento analitico mira a rendere il soggetto capace di modificare il suo rapporto sintomatico con il reale, e quindi – oltre ad avere effetti terapeutici – è già a suo modo formativo in quanto restituisce capacità perdute del soggetto e ne può attivare di nuove, si configura come un’esperienza di sapere e tende ad una più ampia riformulazione della posizione soggettiva, obiettivo esplicito del metodo analitico (Freud, 1937).

L’azione di un operatore che abbia affrontato una psicoanalisi personale potrà dunque risultarne a sua volta orientata, dando luogo a trattamenti che saranno resi specifici dalla sua esperienza di psicoanalizzato, restando tuttavia strutturalmente distinguibili dall’esercizio della psicoanalisi come attività professionale dello psicoanalista.

INDIETRO

 

Nota sulla formazione analitica

secondo l'insegnamento di Lacan
 

Lacan situa la formazione all’incrocio di due assi: quello che verte sull’“essere” dello psicoanalista e quello che verte sul suo “sapere”.

LEGGI DI PIÙ


 

L'ICLeS e la formazione

L’ICLeS ritiene che anche per chi voglia operare come psicoterapeuta secondo l’orientamento analitico, il fondamento essenziale della formazione sia affrontare la psicoanalisi come esperienza personale, nella sua fondamentale portata  e formativa.

LEGGI DI PIÙ

 

L'ICLeS e il movimento psicoanalitico lacaniano

L’ICLeS non si pone al livello di una Scuola psicoanalitica, ma ne presuppone l’esistenza, la storia, gli scopi, le tematiche, collocandosi nell’ambito del suo movimento e delle sue complesse vicende.

LEGGI DI PIÙ

 

Nota sulla questione del computo dell'analisi nel monte-ore

Per gli Istituti ad orientamento analitico costituisce un problema importante e delicato se computare o meno le sedute di analisi personale, richieste dall’iscrizione alla scuola, nel monte-ore richiesto dal regolamento ministeriale degli Istituti.  

LEGGI DI PIÙ

 

Comitato scientifico e Comitato di Esperti ICLeS

 

Il Comitato scientifico dell’ICLeS è composto da:

LEGGI DI PIÙ

Una clinica dei legami sociali

L'accento specifico dell’ICLeS:

il concetto psicoanalitico di legame sociale

L’apporto fondamentale dell’esperienza analitica all’operatore psicoterapeutico, quale che sia il suo specifico campo di intervento, oltre che scientifico è prima di tutto etico: esso infatti riguarda la posizione che l’operatore si trova ad assumere di fronte alla realtà clinica del soggetto e del suo ascolto, soggetto che si presenta non isolato, ma preso nella rete complessa dei suoi legami, di cui tenere conto.

 

LEGGI DI PIÙ

Una clinica dei legami e delle loro forme

 

Anche attraverso l’opera di Lacan, la psicoanalisi ha superato o rese inessenziali certe apparenti antinomie disciplinari, divise tra la considerazione del soggetto come individuo singolo, isolabile e separabile dai suoi legami, o invece all’opposto la prevalenza del contesto sociale, del ‘sistema’ delle sue relazioni, che lo ricomprende, sì, ma oggettivandolo e universalizzandolo, non tenendo conto cioè della sua singolarità.

LEGGI DI PIÙ

bottom of page