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Coordinate

 

La tradizione nel cui ambito l’ICLeS si inscrive e il cui insegnamento raccoglie elabora e dispensa, è quella della psicoanalisi freudiana nella lettura datane da Jacques Lacan, che così ha formulato il compito della sua Scuola.

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Nota sulla formazione analitica

secondo l'insegnamento di Lacan
 

Lacan situa la formazione all’incrocio di due assi: quello che verte sull’“essere” dello psicoanalista e quello che verte sul suo “sapere”.

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L'ICLeS e la formazione

L’ICLeS ritiene che anche per chi voglia operare come psicoterapeuta secondo l’orientamento analitico, il fondamento essenziale della formazione sia affrontare la psicoanalisi come esperienza personale, nella sua fondamentale portata  e formativa.

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L'ICLeS e il movimento psicoanalitico lacaniano

L’ICLeS non si pone al livello di una Scuola psicoanalitica, ma ne presuppone l’esistenza, la storia, gli scopi, le tematiche, collocandosi nell’ambito del suo movimento e delle sue complesse vicende.

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Nota sulla questione del computo dell'analisi nel monte-ore

Per gli Istituti ad orientamento analitico costituisce un problema importante e delicato se computare o meno le sedute di analisi personale, richieste dall’iscrizione alla scuola, nel monte-ore richiesto dal regolamento ministeriale degli Istituti.  
E’ un problema vero, e basato sulle migliori ragioni psicoanalitiche. Esigenza fondamentale dell’ICLeS è quella di lasciare intatta la competenza e la libertà dell'analista nel condurre la cura, e di non sottomettere la direzione della cura a richieste o criteri esterni alla sua responsabilità. Senza di ciò il senso dell'analisi personale e la sua portata formativa risulterebbero nulli.
Riteniamo dunque che sia da evitare ogni computo del tempo effettivo dell'analisi personale nel monte-ore, in quanto questo introdurrebbe, fosse solo per esigenze di controllo e certificazione, una norma esterna all'azione analitica, con tutti i rischi che ne conseguono sul piano del trattamento.  
D’altro canto però riteniamo che non sia ammissibile non richiedere allo Stato che venga riconosciuto -anche in termini quantitativi- l’impegno del lavoro di un’analisi in atto, specialmente quando un Istituto richieda l’analisi personale come condizione per la frequenza. In questo senso ci è sembrato opportuno attribuire -nella domanda fatta a suo tempo al Ministero- un peso orario minimo-convenzionale (50 ore), al lavoro analitico, benchè assai ridotto rispetto al tempo che realmente si impegna in un’analisi. Il Ministero ha respinto questa richiesta, per ragioni di uniformità con gli altri Istituti.
Nell’adeguarsi all’indicazione ministeriale, l’ICLeS ritiene che questa regolazione -lungi dall'essere questione di tipo normativo-burocratica- tocchi in realtà un punto nevralgico del rapporto tra le psicoterapie e la psicoanalisi:  proprio a partire da questa discrepanza, l'ICLeS si impegna -prima di tutto con i suoi allievi- ad attivare la discussione e l'elaborazione di questo tema complesso e di attualità nel campo della psicoanalisi, che va promosso anche e prima di tutto con le altre Scuole dell'orientamento psicoanalitico.   
L’organizzazione del lavoro prevede dunque 500 ore, senza comprenderne alcuna per l’analisi personale.
Tuttavia questo tema -per l’ICLeS- è da esplicitare come tema non solo organizzativo, ma anzi cruciale nel compito di elaborazione -che riteniamo proprio di una scuola- del rapporto tra forme di legame orientate dal discorso della psicoanalisi, legalità del soggetto nel vincolo statale e nuove forme del disagio della civiltà.
 

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Comitato scientifico e Comitato di Esperti ICLeS

 

Il Comitato scientifico dell’ICLeS è composto da:

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Nota sulla formazione
L'ICles e la formazion
L'ICLeS e il movimento psicoanalitico lacaniano
Nota sulla questione

Una clinica dei legami sociali

L'accento specifico dell’ICLeS:

il concetto psicoanalitico di legame sociale

L’apporto fondamentale dell’esperienza analitica all’operatore psicoterapeutico, quale che sia il suo specifico campo di intervento, oltre che scientifico è prima di tutto etico: esso infatti riguarda la posizione che l’operatore si trova ad assumere di fronte alla realtà clinica del soggetto e del suo ascolto, soggetto che si presenta non isolato, ma preso nella rete complessa dei suoi legami, di cui tenere conto.

 

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Una clinica dei legami e delle loro forme

 

Anche attraverso l’opera di Lacan, la psicoanalisi ha superato o rese inessenziali certe apparenti antinomie disciplinari, divise tra la considerazione del soggetto come individuo singolo, isolabile e separabile dai suoi legami, o invece all’opposto la prevalenza del contesto sociale, del ‘sistema’ delle sue relazioni, che lo ricomprende, sì, ma oggettivandolo e universalizzandolo, non tenendo conto cioè della sua singolarità.

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